8 ottobre 2023, nella cornice dello splendido Teatro Sociale di Città Alta, otto speaker, un performer e un’artista si sono avvicendati sul e intorno al palco, con lo spirito di volersi raccontare e raccontarci (sì! Io c’ero!) ciò che li ha resi “speciali”, dando vita a TRAME (8a edizione di TEDxBergamo), uno spettacolo straordinario!
Oltre seicento persone in presenza e duemila collegate in streaming, tutte unite dagli stessi fili invisibili.
Viviamo tutti in questo mondo fantastico
Forse un giorno potremo vivere anche in spazi che oggi non conosciamo e che ci connetteranno ad altre realtà ma, oggi, nella vita di tutti i giorni, quanto siamo connessi gli uni agli altri? Quanto ciò che facciamo influisce sulle vite altrui? Quanto ciò che ci succede di imprevisto nella vita cambia la vita stessa e la rende migliore, oltre che diversa, facendoci scoprire il meglio di noi? Quante domande racchiuse in una serata di poche ore!
Come la trama di un tessuto, ogni giorno avanziamo di un poco e sveliamo il disegno di vita che stiamo creando; il passato, come il tessuto già realizzato, non si può cambiare ma il futuro è tutto da inventare. Se apriamo la mente alle possibilità, quante possiamo coglierne?
L’anno 2023 è stato importante per Bergamo e Brescia INSIEME Capitale Italiana della Cultura progetto importantissimo e in piena sintonia con TEDxBergamo (se n’è già parlato!): due città così vicine eppure così indipendenti, fino a che un “filo” le ha unite. E cosa abbiamo scoperto? Di poter unire le forze e divenire realmente capitale unica della cultura, per collaborare e, insieme, organizzare momenti interconnessi, per una reciproca valorizzazione.
I nostri tessitori
Durante la serata, proprio di eventi fortuiti, occasioni, svolte di vita e molto altro si è “sentito” (e non solo dalle parole), nei racconti appassionati dei relatori che, con le loro storie e le loro idee sono stati e saranno certamente di ispirazione per il pubblico.
Eccovi qui l’essenza delle loro “trame”, fatte di amore, dolori, resilienza, passione, dedizione, scoperte, responsabilità e… tutto ciò che vi susciteranno.
Elisa Paganelli: passione e reinvenzione
Quel giorno è arrivato l’inaspettato, quel giorno la mia vita è cambiata ma, soprattutto, Io sono cambiata
Elisa, la sua musica e la sua voce straordinaria! Il pubblico è estasiato, ma all’improvviso si sente un rumore fastidioso, inaspettato: non capisce, sembra attonito. No, non è un errore tecnico. È l’escamotage che Elisa trova per spiegare cosa le è accaduto tanti anni fa. L’improvvisa perdita di udito: un dramma che la costringe ad abbandonare i suoi sogni e i progetti di cantante.
Mi ricordo quanto ho pianto, con i piedi nell’acqua, nel momento in cui ho realizzato di non sentire più le onde del mare. Quanta rabbia e quanto dolore. Perché a me?
Con il tempo, Elisa prende coscienza della sua nuova realtà e si concede la possibilità di riscoprirsi e reinventarsi partendo da sé. Mette da parte la disperazione e afferra l’opportunità di vivere la musica in un modo diverso e speciale, attraverso la sua Musicoterapia.
José Molina: l’arte come missione
Mi sono spogliato di tutto, per la prima volta mi sono visto in un modo diverso, sicuramente più profondo, mi sono reso conto che avevo tutto un mondo da raccontare
Josè è un bambino vivace, solo il disegno e la pittura riescono a calmare la sua irruenza. Cresce in mezzo a mille esperienze, diventa un designer, lavora nel mondo della comunicazione e della pubblicità, fino a quando decide di dare voce alla sua vera vocazione. Il cambiamento accade grazie ad un viaggio nella foresta amazzonica, dove incontra l’amore e ritrova la sua vera vena artistica. Da quel momento, si dedica anima e corpo al suo nuovo progetto: creare una bottega per giovani artisti.
Costruire uno spazio dove si lavorava, con progetti reali, sfide reali ma allo stesso tempo spazio di condivisione di esperienze intergenerazionali
Un luogo in cui far emergere il talento nascosto dei giovani, insegnare la cultura dell’errore, recuperare le tecniche ancestrali, senza mai nascondere l’emozione che è il vero cuore di tutte le forme d’arte.
Giorgio Taverniti: la pratica della responsabilità
Gli algoritmi non sono internet. Le piattaforme non sono internet. Internet siamo noi
Giorgio ci porta indietro nel tempo, ricordandoci un momento epico, quella notte in cui tutta l’umanità insieme guarda la conquista della Luna: un evento che cambia per sempre la percezione dello spazio. Poche settimane più tardi, il 29 ottobre del 1969, viene inviato il primo messaggio tramite internet.
Non solo la percezione dello spazio cambiò, ma anche quella del tempo
Sono passati 50 anni e le persone che hanno pensato queste grandi innovazioni lo hanno fatto sognando un futuro migliore. Oggi, grazie a internet riusciamo a fare cose incredibili, ma ci troviamo di fronte a un paradosso: mentre la tecnologia avanza, la nostra capacità di relazionarci umanamente sembra diminuire. Dal tempo in cui scrivevamo lettere ponderate, siamo passati a una frenesia di reazioni istantanee, una ricerca continua di stimoli e dalla dipendenza dalla dopamina che ne deriva prende vita una spirale di odio e distanza.
A me piacerebbe veramente tanto ritrovarci un giorno per poterci dire: “questa è una notte diversa da ogni altra notte del mondo, perché finalmente ci stiamo arrivando, finalmente la stiamo superando, finalmente non siamo più schiavi, siamo liberi di dare le nostre risposte”
Ma c’è speranza: dobbiamo praticare la responsabilità, imparare a separare la reazione impulsiva dalla risposta ponderata, attraverso una maggiore consapevolezza di sé e un impegno attivo nell’educare gli altri. È un’opera di comunità, un impegno condiviso per trasformare l’oscurità in luce.
Giuseppe Remuzzi: alla scoperta della nostra unicità evolutiva
Cosa ci rende unici, diversi dagli scimpanzé, dai Bonobo, dai Neanderthal o anche dai Denisova?
A partire da questa domanda fondamentale, il professor Giuseppe Remuzzi accompagna il pubblico attraverso le scoperte innovative derivanti dalla ricerca scientifica, da cui derivano molte delle nostre conoscenze attuali. La ricerca condotta da scienziati come Svante Pääbo, vincitore del premio Nobel per la sua ricerca sui reperti fossili, tra le altre, rivela una complessità sociale e una capacità di cooperazione sorprendenti in queste antiche popolazioni umane.
Attraverso l’analisi del DNA fossile e la scoperta di nuovi reperti archeologici, si stanno continuamente rivelando i dettagli della nostra storia evolutiva e le sfide che abbiamo affrontato nel corso dei millenni, contribuendo in modo significativo alla nostra comprensione dell’evoluzione umana e della diversità genetica.
Jacopo Pasotti: la fotografia come testimonianza del cambiamento
Son convinto che anche voi avete un legame con qualche luogo nel territorio, fategli una fotografia e mettetelo nell’album di famiglia
Jacopo, appassionato di montagna da decenni, condivide la sua esperienza di ritorno in luoghi montani visitati dopo lungo tempo. L’osservazione dei cambiamenti nel paesaggio, in particolare dei ghiacciai, suscita in lui una riflessione profonda sul rapporto tra il fenomeno del cambiamento climatico e il ruolo dell’essere umano come principale agente di erosione del paesaggio. Questa consapevolezza lo spinge a immortalare i momenti attraverso la fotografia, come un modo per conservare i ricordi e testimoniare i cambiamenti nel tempo.
L’invito è a riflettere sul legame personale con il territorio e a preservare i luoghi naturali che hanno significato per noi, per poi ritornare in questi luoghi nel corso degli anni, documentando i cambiamenti attraverso fotografie e mantenendo viva la memoria di ciò che è stato, per renderla patrimonio condiviso da tramandare alle generazioni future.
Maria Edgarda Marcucci: ripensare il conflitto
Il conflitto fa parte di noi è inevitabile, piuttosto è qualcosa da gestire e, anzi, evitare i conflitti genera violenza
Il concetto di conflitto è spesso associato a problemi, tensioni e violenza. Tuttavia, Maria Edgarda, nel suo discorso propone una prospettiva innovativa, invitando a considerare il conflitto non come un ostacolo, ma come un’opportunità per la crescita e la comprensione reciproca.
Il conflitto è la soluzione, non il problema
Attraverso pensieri ed esempi personali, incoraggia una riflessione più profonda sulle dinamiche del conflitto, a partire dalla sincerità (con sé stessi e con gli altri) e dalla curiosità come ingredienti fondamentali per affrontare il conflitto in modo costruttivo:
Devo partire dal presupposto che quell’incomprensione, quella contrapposizione, quella situazione così diversa tra me e la persona con cui ho a che fare non per forza è qualcosa contro di me
Ha evidenziato così la necessità di una prospettiva aperta ed empatica, per poter esplorare il conflitto come una volano per la trasformazione e il progresso.
Marco Orsi: il trionfo della resilienza
Quando vi trovate su quel maledetto fondo, quando pensate che non ci sia più via di uscita, ecco, fermatevi un attimo respirate e guardatevi dentro perché dentro di voi potrete trovare quel qualcosa che avete messo da parte tempo fa, che avete abbandonato… prendetela e usatela, perché quella cosa potrà darvi la forza per spingervi da quel muretto e darvi quella possibilità in più
Nel mondo dello sport ogni atleta affronta sfide, tuttavia, la determinazione e la perseveranza hanno portato Marco, celebre nuotatore italiano, a superare ogni avversità e ad emergere ancora più forte.
Fin dall’infanzia, Marco dimostra una passione innata per il nuoto (per lo stile libero in particolare) e cresce con il sogno di diventare un campione, fino a quando, a causa di una malattia debilitante, rischia di perdere la possibilità di partecipare alle Olimpiadi.
Sinceramente ho pensato anche di smettere perché era una disgrazia dietro l’altra
Trova però la forza di reagire a una battuta d’arresto forzata e, dopo mesi di duro lavoro e dedizione, reinventandosi (lo stile libero non sarà più il suo riferimento) supera la sua malattia e ottiene la convocazione per le Olimpiadi, realizzando il suo sogno di rappresentare l’Italia ai massimi livelli e di vincere ancora titoli importanti.
Priscilla Layne: l’identità attraverso la letteratura
Literature helps you see the similarities and differences between yourself and others, it helps you see where I end and You begin
La letteratura può essere una guida preziosa per esplorare la propria identità e comprendere il mondo che ci circonda; questo è il tema centrale del toccante racconto di Priscilla, professoressa di letteratura tedesca che riflette sul suo legame con la letteratura e sul significato che ha avuto nella sua vita.
Attraverso una lettera scritta ai propri figli dove racconta una serie di aneddoti personali, rivela come la sua passione per la letteratura straniera sia stata influenzata dall’infanzia e da una ricerca costante di identità, offrendo uno sguardo intimo sulla sua vita e sulle sue convinzioni. Con saggezza e sincerità, incoraggia i suoi figli ed i presenti ad esplorare la diversità attraverso la lettura e a trovare conforto e comprensione nelle pagine dei libri.
In un mondo che spesso cerca di definire le persone in categorie fisse, Priscilla celebra il potere della letteratura nel farci sentire visti e compresi, mentre ci incoraggia a esplorare le nostre identità in modi autentici e aperti.
Laura Campanello: affrontare il tabù della morte per vivere appieno la vita
Quando evitiamo di affrontare l’argomento morte in realtà stiamo evitando la vita
In un mondo intriso di fiabe e racconti, dove i personaggi esplorano mondi incantati e affrontano prove epiche, c’è un viaggio ancora più profondo che attende di essere intrapreso. È il viaggio dell’anima: un cammino interiore che ci sfida ad affrontare il tabù della morte per abbracciare appieno la vita.
Questo percorso riflette la realtà delle nostre vite quotidiane. Troppo spesso evitiamo di affrontare il tema della morte, come se ignorandola potessimo evitare anche la vita stessa. Ma è proprio questo tabù che ci impedisce di vivere appieno.
Viviamo in quella che spesso ci diciamo essere la società del grande tabù della morte, non la vogliamo nominare
Questa frase ha portato probabilmente molti dei presenti a gesti scaramantici perché Laura ha ragione: abbiamo paura della morte, tanto da non volerne neanche parlare, ma nel tentativo di evitare il dolore e l’incertezza, ci neghiamo la possibilità di connetterci veramente con gli altri e con noi stessi.
Ricordatevi sempre di vivere… perché ricordarsi che dobbiamo morire, se non serve a ricordarsi di vivere, ci serve veramente a poco
L’invito è quello di accettare la nostra umanità e di abbracciare il viaggio della vita con tutte le sue sfide e incertezze. Prendiamo ogni giorno una goccia di meditazione della morte, piccoli esercizi quotidiani di consapevolezza; praticare la gratitudine e riconoscere le occasioni perse di connessione e trasformazione ci permette di vivere con più fiducia e gioia.
Quello che non ti aspetti…
Francesca Krnjak: momenti di pura magia
Una piacevole sorpresa, inaspettata proprio perché priva di parole, quella di Francesca e il suo gruppo artistico che, con la loro grazia e bellezza, hanno regalato al pubblico un sogno ad occhi aperti.
Muovendosi con eleganza e manipolando abilmente una serie di fili rossi li ha trasformati da semplici oggetti inanimati a rappresentazione della connessione tra le persone: il legame invisibile che ci tiene tutti uniti. Con ogni movimento, Francesca ha tessuto una trama intricata, intrecciando le vite degli spettatori in un’unica esperienza condivisa, trasportandoli in un mondo di emozioni. Un momento unico. La bellezza dell’arte ha superato il bisogno di parole. Grazie alla maestria di una artista, semplici fili rossi si sono trasformati in ponti invisibili tra le anime.
Per rivedere tutti i talk di tutte le edizioni vai alla pagina Youtube di TEDx Bergamo.
E ora, siete curiosi di sapere quali altre sorprese vi riserverà TEDxBergamo in futuro?
Leggilo qui.
di Michela Bendotti
Team Comunicazione