Lo scorso giugno, TEDxBergamo ha organizzato presso l’International School di Bergamo il primo laboratorio pratico sul public speaking in stile TED. L’idea è nata come progetto pilota all’interno della scuola che già impiega i talk TED in supporto alla didattica. L’obiettivo è estendere questo workshop anche ad altri istituti che vorranno proporre ai loro studenti un’esperienza laboratoriale simile, nel prossimo anno scolastico.
Per saperne di più, leggi cosa ha scritto il nostro formatore e consulente in public speaking pratico, nonché coordinatore del team di speaker coach di TEDxBergamo: Stefano Todeschi.
Come trovare idee e costruire il discorso
Spesso siamo tentati di usare ricette o formule magiche per “rendere memorabili i nostri discorsi”.
Mi spiace, ma tutto questo è inutile! Per dimostrare che queste promesse sono vane basta ascoltare fino in fondo i discorsi che hanno più seguito. Ad esempio, i TED talk che su YouTube hanno più visualizzazioni. È vero, molti dei talk che hanno più fortuna spesso condividono alcuni ingredienti. Ma, a ben ascoltarli, hanno tutti una loro riconoscibile personalità. Si distinguono con chiarezza fra loro.
Non è affatto semplice trovare ingredienti magici o ricorsivi. Ma in realtà uno c’è. L’ingrediente che ricorre consiste nel lavoro personale di chi parla. È questo che rende unico il discorso. Lo scopo è evitare il copia-incolla. Scongiurare la noia da schema riconoscibile.
Proprio su questo abbiamo lavorato durante il laboratorio pratico alla International School of Bergamo. Un lavoro profondo che è andato alla ricerca di idee sentite e parole parlabili. Le idee sono sentite quando scaturiscono con naturalezza dall’autore, senza nemmeno pensarci troppo. Le parole sono parlabili quando arrivano proprio parlando.
Cosa abbiamo fatto
Il workshop si è svolto in due giornate: nella prima gli studenti hanno sperimentato alcune tecniche teatrali, non per preparare uno spettacolo, ma per imparare ad improvvisare, creando un discorso strutturato senza la necessità di pensarlo a priori.
Nella seconda, i partecipanti hanno elaborato i contenuti. Siamo partiti dallo schema della retorica ciceroniana, ma lo abbiamo reso attuale, eliminando la parte della memoria. In ultimo, tutti hanno costruito una tesi da argomentare e sostenere fino alla chiamata all’azione finale.
Oggi non abbiamo più l’abitudine a memorizzare e l’abilità di ripeterlo in maniera tale che sia interessante e coinvolgente.
Sedici studenti, divisi in piccoli gruppi, di età compresa tra i 15 e i 16 anni, hanno argomentato su temi decisi da loro stessi: le vacanze, l’estate, il calcio e il cibo. Ognuno di loro ha ideato una vera e propria tesi da dimostrare.
Tutti hanno partecipato attivamente dall’inizio alla fine, si sono sentiti reciprocamente coinvolti, hanno giocato e aiutandosi tra di loro sono riusciti a risolvere con facilità tutte le criticità che si sono presentate.
Cosa abbiamo imparato
Con i ragazzi e le ragazze abbiamo capito che scrivere un discorso a tavolino può portare con facilità a un risultato buono, ma più adatto alla lettura che all’ascolto.
Eccolo il “segreto magico”: con opportune tecniche che provengono dal teatro, cominciare a parlare per lasciare che idee e parole sgorghino e, a loro volta, generino altre parole e idee. Con naturalezza. Potenzialmente senza fine. E con personalità unica e irripetibile.
di Stefano Todeschi
Team Content & Curation
